Tu non sei tutti.
Me lo ripetevi sempre, categoricamente, ogniqualvolta chiedessi di fare qualcosa perché “lo fanno tutti.”
Ma “Tu non sei tutti.” era molto più di una risposta sbrigativa come poteva apparire. Era il riassunto di tutti i valori che tu e la mamma ci avete insegnato. Non è mai stato un divieto – nella vita mi hai sempre concesso tutto e anche di più – semplicemente era un costringermi a pensare se quello che stavo per fare rispecchiava me stesso.
“Tu non sei tutti.” è stato di certo il più grande regalo che tu mi abbia fatto, un regalo che rimarrà per sempre con me e che il tempo non potrà mai scalfire. Così come il tuo esempio.
Io non so come facessi, sinceramente. Per quanto mi sforzi continuamente di assomigliare a te, di seguire il cammino che hai tracciato, non riesco minimamente ad avvicinarmi a ciò che tu sei stato per tutti noi.
Il tuo carisma, il tuo sorriso, la tua bontà hanno toccato e trasformato migliaia di vite, vicine e lontane.
Non importava chi fossero. Ricchi, poveri, persone per bene, delinquenti, amici di una vita o sconosciuti. Non ti sei mai negato a nessuno. In vita mia non ti ho mai sentito dire un “No” ad una persona che aveva il coraggio di chiedere aiuto.
Tutto nel più assoluto silenzio. Chissà quante ne hai fatte che noi non verremo mai a sapere. Rovistando per caso ogni tanto scopro biglietti, dediche sui libri, ricordi e messaggi di persone che non ho la più pallida idea di chi siano. Che semplicemente ti hanno incontrato nel cammino della vita e ai quali hai lasciato un ricordo indelebile di te. Ti bastava così poco per entrare nel cuore della gente, una parola, uno sguardo, un gesto…e il gioco era fatto.
Sei stato un punto di riferimento non solamente per noi, ma per tutti.
Proprio questo condividerti con gli altri, che in certi momenti ti teneva anche fisicamente lontano da noi, a volte ci faceva rabbia, ma ci rendeva anche tanto orgogliosi e fieri di te. Perché tu eri cosi: tu eri di tutti!
Quante volte, quando ero bambino, ti chiedevo di raccontarmi delle tue avventure, tu iniziavi a raccontare e io iniziavo a sognare. Eri il mio eroe preferito Ba.
Tante cose non siamo riusciti a fare insieme. Sapevo di non avere tanto tempo, ma mai avrei pensato che sarebbe stato così poco. Sapevi quanto ci tenessi che tu e la mamma mi accompagnaste all’Altare, ne parlavamo sempre e ne abbiamo parlato anche l’ultima volta su quel letto di ospedale quando hai chiesto alla mamma “Allora? Riesce a sposarsi?”, come se volessi fare quello sforzo in più per esserci, per accelerare i tempi. E io ho sinceramente sperato che tanto bastasse per superare tutto e riportarti a casa con noi. Ma il fato, il destino, la provvidenza, o quello che è, ha deciso così…
Nei tuoi racconti mi parlavi sempre di “una missione” che il tuo caro Don Oreste ti aveva affidato quando hai lasciato il Seminario. Io babbo non so se tu sia riuscito a portarla a compimento, ma sono certo che tu hai fatto cose grandi e che lui ora è lassù ad aspettarti, pronto ad accoglierti a braccia aperte. Avrete sicuramente tanto da raccontarvi, tu con il tuo vocione e lui con la sua voce calma ma decisa.
Ora, lasci a tutti noi una pesante ma meravigliosa eredità: portare il tuo amore a chiunque incontriamo sul nostro cammino.
Sarà dura, ma sono certo che sarai sempre al nostro fianco.
Tu non sei tutti. Ciao ba.
Ti voglio bene!